Nota: questo sito utilizza cookie di sessione per motivi tecnici. Non c'è profilazione dell'utente
Le aziende ed i titolari di azienda che sono anche titolari della registrazione di un dominio internet (sì: anche io. Mi è arrivata martedì 6 giugno mattina, ma me lo hanno segnalato anche moltissimi miei clienti…) stanno ricevendo una strana lettera che sembra un modulo “obbligatorio” per la corretta registrazione del proprio dominio internet. Peraltro spesso sulla lettera comparite nella categoria “sbagliata” per il vostro lavoro e sembra quindi un invito a indicare la categoria corretta.
Qualcuno (come me) che ha un dominio dal 2000 si ricorda già di un fatto analogo, qualcun altro invece non ne ha ancora sentito parlare e quindi è il caso di parlarne con dovizia di particolari.
Anzitutto:
La lettera è in realtà un contratto per l’inserimento su un portale internet privato, e compilarla e spedirla significa assicurarsi tre anni di presenza su questo sito alla modica cifra di quasi 900 euro all’anno.
Volete saperne di più? Anzitutto se prendete la lettera e non vi fermate alla nota in alto che spiega: Vi preghiamo di rinviare il modulo con i Vostri dati attualizzati per il Registro Italiano in Internet nella busta di risposta allegata o per fax. […] L’attualizzazione dei Vostri dati di base sarà eseguita anche se non passate alcun ordine. […]
Infatti se leggete con un minimo di attenzione le note in piccolo scritte poco più in basso, si chiarisce la situazione (le evidenziazioni sono mie):
Con la presente commissioniamo, d’accordo con le condizioni contrattuali generali riportate sul retro, alla casa editrice DAD Deutscher Addressdienst GmbH la pubblicazione dei dati sopra riportati in modo evidenziato nel Registro Italiano Internet edito dalla stessa. Oltre al nostro settore, abbiamo la possibilità di indicare fino a tre parole chiave, con le quali potremo essere trovati. Il registro contiene le imprese, le istituzioni, liberi professionisti ed uffici pubblici italiani con indirizzi internet e viene pubblicato in internet sul sito www.Registro-italiano-in-Internet.com. L’inserzione viene fatturata per un importo annuale di 858 EUR pagabili di volta in volta dopo l’emissione della fattura in anticipo. L’ordine vale per i tre prossimi anni e viene successivamente rinnovato ogni anno di un ulteriore anno, se non ha luogo una disdetta del contratto per iscritto almeno tre mesi prima della sua scadenza. La DAD Deutscher Adressdiesnst GmbH si riserva il diritto di redazione dell’inserzione. I dati vengono salvati elettronicamente. L’unico foro competente e luogo di adempimento è la sede della casa editrice. Prima dell’emissione di un ordine consigliamo di prendere visione dei servizi del Registro Italiano in Internet sul sito Internet www.Registro-italiano-in-Internet.com
Adesso cominciate a notare i punti salienti? E’ un servizio editoriale, e serve solo a far guadagnare alla casa editrice 858 euro all’anno per almeno un triennio. Non e’ la prima volta che succede questo scherzetto (ne parlo’ anche Mi Manda Raitre) e non sarà neanche l’ultima.
Loro hanno un sito su cui la Vostra azienda e’ probabilmente citata (ma non è detto) e vi propone di venire citati su quel sito ben poco visitato rispetto a qualsiasi altro motore di ricerca (mi permetto una frecciatina degna di nota: se pensate che potrebbero essere comunque soldi spesi bene sappiate che sono ben convinto, e credo a ragione, che sia più frequentato il mio blog personale ), e di farlo a strapagamento. Complimenti.
Questa operazione non ha niente a che vedere con l’ente italiano di registrazione dei domini (La “Naming Authority” o “NIC”, http://www.nic.it che ha anche smentito nelle news questo discorso).
Dal sito del NIC infatti leggiamo:
23 maggio 2006
Iniziativa realizzata da “Registro italiano in internet per le imprese”
Informiamo tutti i provider/maintainer che il Registro del ccTLD “it” e’ del tutto estraneo all’iniziativa realizzata da altro soggetto sedicente “Registro italiano in internet per le imprese” attraverso l’invio di materiale cartaceo, sottoforma di proposta di contratto per adesione per la fornitura di un servizio a pagamento.
Vi invitiamo quindi a farvi parte diligente nei confronti dei vostri clienti fornendo adeguata informazione in merito.
Il Registro del ccTLD ‘it’ nel 2005 ha predisposto le azioni necessarie per la tutela dell’eventuale diritto leso, tuttora in corso.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (antitrust) aveva tra l’altro già intrapreso un azione di contrasto per pubblicità ingannevole che, a quanto pare, non è stata sufficiente a fermare questo malcostume.
(Sempre sul sito dell’antitrust, andando alla voce “Pubblicità ingannevole” e poi ai provvedimenti sia del 2006 sia in corso, la DAD appare giusto più di un paio di volte… )
Avete ricevuto la lettera e ormai l’avete gia’ firmata e rispedita/faxata?
Ok, vediamo che si puo’ fare. Leggiamo sul retro della lettera le condizioni di contratto (in fondo trovate tutte le mie note al testo, dategli uno sguardo, che sono moooolto utili ):